Un legame infinito
5 Maggio 2014Contemporanei
10 Maggio 2014Ho scoperto due cose, in questi giorni, sul web. La prima è un blog che sto lentamente perlustrando e che mi sta piacendo parecchio. Lo scrive Arturo Robertazzi, «chimico computazionale e scrittore», e contiene alcuni bei post (e ha una grafica bellissima). In particolare, ho trovato splendido il post sulle 12 parole tedesche che non esistono in italiano ma che forse dovrebbero esistere, perché sono belle e perché di alcune abbiamo davvero bisogno. E me ne sono anche scelta una, di queste parole, e ho pure deciso di usarla nelle conversazioni con i miei amici, perché mi piace molto e perché, usandola, avrò modo di spiegarla a quelli che me ne chiederanno conto. È la parola numero 4, per la precisione; e se per caso ne scegliete una anche voi, fatemi sapere; e spiegatemi il perché, se avete il tempo.
La seconda cosa che ho scoperto in questi giorni sul web è forse ancora più spettacolare. Ho scoperto che ci sono delle telecamere ad alta definizione, «all’interno di involucri pressurizzati e termoregolati», che riprendono la terra dallo spazio e trasmettono in streaming le immagini, che quindi tutti possiamo vedere. Spesso non si vede niente, perché è notte; ma quando si vede, quello che si vede, ve lo assicuro, è bellissimo. E forse fa anche un po’ paura. O, meglio ancora, dà una sensazione che tiene misteriosamente insieme il Weltschmerz, la Waldeinsamkeit e anche la Fernweh. Ci siamo capiti.