Impatto della funzione ventricolare sinistra e del gradiente transvalvolare aortico nei pazienti sottoposti a TAVI
18 Luglio 2016Rischio clinico dei pazienti con angina variante sopravvissuti ad arresto cardiaco
27 Luglio 2016A cura di Antonella Potenza
Galluzzo A, Gallo C, Battaglia A, Frea S, Canavosio FG, Botta M, Bergerone S and Gaita F. Journal of Cardiovascular Medicine, June 2016, Volume 17, Issue 6, pp. 440-445.
Durante la fase acuta dell’ischemia miocardica, il danno miocardico, lo squilibrio elettrolitico e l’alterata funzione dei canali ionici associati a un’aumentata attività simpatica possono determinare un allungamento dell’intervallo QT. Tuttavia il ruolo prognostico dell’intervallo QT corretto (QTc) durante l’infarto miocardico acuto non è ancora noto. Questo studio si propone di individuare il valore prognostico del prolungamento dell’intervallo QTc (≥480 ms) nella sindrome coronarica acuta.
Sono stati arruolati 185 pazienti consecutivi con infarto miocardico STEMI sottoposti a monitoraggio elettrocardiografico continuo durante la degenza.
A un follow-up medio di 17.6 ± 11 mesi, 16 pazienti (8.6%) sono deceduti per cause cardiovascolari, 6 (3.2%) per morte cardiaca improvvisa, 3 (1.6%) hanno avuto un ictus ischemico cerebrale, 11 (6%) una recidiva ischemica e 6 (3.2%) insufficienza cardiaca acuta.
All’analisi univariata un intervallo QTc picco di almeno 480 msec si correla in maniera statisticamente significativa con mortalità cardiovascolare (p<0.001), morte cardiaca improvvisa (p=0.037), ictus ischemico cerebrale (p=0.016) e recidiva di ischemia miocardica (p=0.032). Anche l’analisi multivariata conferma come un intervallo QTc >480 msec costituisce un predittore indipendente di mortalità cardiovascolare (p=0.004), insieme con la frazione di eiezione ≤ 35% (p=0.021).
La presenza di QTc di almeno 480 msec o di frazione di eiezione ≤ 35% aumenta la sensibilità e l’accuratezza nel prevedere correttamente la morte cardiovascolare senza una significativa riduzione della specificità (sensibilità 88%, specificità 69%, accuratezza 88%, dell’area sotto la curva 0.83, 95% CI 0,72-0,94, p < 0,01).
Un intervallo QTc picco di almeno 480 ms nella fase acuta dello STEMI è un predittore indipendente di morte cardiovascolare; la sua associazione con una frazione di eiezione ridotta (FE ≤35%) aumenta la precisione per la stratificazione del rischio.