Tra tutte le notizie di questi giorni, avrete certamente saputo anche della morte di John Nash, il celebre matematico la cui figura ispirò il film A Beautiful Mind. È stato senz’altro uno dei grandi uomini della cultura del secondo Novecento e sono felice quindi di segnalarvi un articolo che, senza troppo celebrarlo, lo ricorda efficacemente (indicando anche alcuni altri link, altrettanto interessanti…). L’articolo è quello scritto da Maurizio Codogno per «il Post». Inizia così:
Una volta sono stato fianco a fianco con John Nash. Era il 2007, a Roma si stava tenendo il primo festival della matematica, e il mattino del 17 marzo avevo appuntamento con Douglas Hofstadter per discutere della traduzione del suo allora ultimo libro, I Am a Strange Loop. Arrivato alla reception dell’albergo, vicino a me c’era un signore piuttosto anziano che si era presentato all’addetto “Good morning, I am John Nash” e stava segnalando che un televisore nella sua suite non funzionava bene, e se qualcuno poteva passare a controllare.
E poi ce n’è pure un’altra, di notizia a proposito di una morte, che a me è subito sembrata importante e bella: esatto, una bella notizia a proposito di una morte. La trovate ovunque, e dice che è stata definitivamente archiviata anche l’ultima indagine sull’omicidio di Pier Paolo Pasolini, avvenuta più di quarant’anni fa. I commenti degli avvocati, li potete leggere ovunque, contengono una debole e stanchissima indignazione. Io invece mi sono detto: «meno male». Meno male perché magari riusciremo a parlare un po’ meno della morte di Pasolini e a leggere un po’ di più i libri di Pasolini e a guardare un po’ di più i film di Pasolini, invece di limitarci a quell’ultima notte. E magari anche a capire un po’ meglio l’oper adi Pasolini, tutti quanti, io compreso, senza distinzioni né pregiudizi (è molto difficile,con Pasolini) né facili stanchezze e/o indignazioni. E mi è sembrato che questa definitiva archiviazione possa quindi essere un inizio, non una fine.
[E, se me lo permettete, io partirei da qui; oppure da qui, come desiderate e preferite voi.]
1 Comment
Stessa cosa per Nash. Si è parlato quasi solo e quasi sempre della sua schizofrenia e poco o niente del senso dei suoi studi. D’altro canto, oggi, che valore si dà allo studio?