peccato, però
24 Settembre 2015l’Altro
27 Settembre 2015A cura di Marta F. Brancati
Trial OPTIDUAL
Al di là di quanto sanciscano le linee guida europee (Figura 1), la durata della duplice terapia antiaggregante (DAPT) dopo angioplastica genera ancora interrogativi. Dopo il DAPT trial (da noi commentato nelle news di dicembre 2014, ndr) arriva l’OPTIDUAL a riaccendere il dibattito. Il trial ha randomizzato 1380 pazienti (sia stabili che instabili) sottoposti a PTCA con impianto di DES a rimanere in ASA dopo 12 mesi o a continuare la DAPT per 36 mesi oltre l’anno. Il trial non ha dimostrato differenze in termini di MACCE (composito di morte, infarto, ictus e sanguinamenti maggiori) e di mortalità. Nell’analisi post-hoc, tuttavia, è risultato un trend nel senso della riduzione degli eventi ischemici nei pazienti in DAPT prolungata (4.2% vs 6.4%, p= 0.06) senza incremento dei sanguinamenti. Così, conclude il Prof. Helft, in pazienti selezionati, a basso rischio di sanguinamento, si può prendere in considerazione l’idea di prolungare la DAPT oltre l’anno.
Studio BACC
Le troponine ad alta sensibilità rappresentano una “svolta” nella diagnosi precoce di NSTEMI, rispetto alla troponina tradizionale, pur con il limite della specificità non elevata (Figura 2).
Lo studio BACC propone un nuovo tipo di troponina ad alta sensibilità, in grado di positivizzarsi dopo soltanto 1 ora dalla comparsa dei sintomi, consentendo una diagnosi precocissima di infarto in PS ed una altrettanto precoce dimissione dei pazienti con troponina negativa. Sono stati inclusi 1045 pazienti con dolore toracico suggestivo per NSTEMI; sono stati, quindi, confrontati entrambi i tipi di troponina ad alta sensibilità, quella “standard” ( controllo a 3 ore), e quella “rapida”. E’ stato possibile ottenere un valore di cut–off per la nuova troponina, molto più basso rispetto all’altra; l’algoritmo diagnostico è stato poi validato in due coorti indipendenti con più di 4000 pazienti, ottenendo un valore predittivo negativo superiore al 99% ed un valore predittivo positivo dell’80-81%. Di fatto, conclude il Prof. Westermann, la nuova troponina avrebbe identificato entro 1 ora il 12% dei pazienti come affetti da infarto ed il 41% come dimissibili; quasi un 50% di pazienti con troponina positiva, invece, avrebbe avuto bisogno di test aggiuntivi. A 6 mesi, la mortalità è risultata più bassa nei pazienti “screenati” con la nuova troponina. Rimane il tallone d’Achille della bassa specificità, sebbene in questo studio il valore predittivo positivo fosse migliore che in altri. La Figura 2 mostra l’accuratezza delle Troponina ad alta sensibilità rispetto a quella “tradizionale”.