Trombosi delle bioprotesi aortiche: prime importanti evidenze
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19 Dicembre 2015A cura di Seena Padayattil
A Randomized Trial of Intensive versus Standard Blood-Pressure Control; the SPRINT research group. NEJM 2015; 373: 2103-2116
In uno studio recentemente pubblicato, circa 9000 pazienti ipertesi, non diabetici, con fattori di rischio cardiovascolare, sono stati randomizzati a un target di pressione arteriosa < 120 mmHg o <140 mmHg. Dopo un periodo di follow-up di 3,2 anni, lo studio è stato concluso anticipatamente, per evidenza di netta riduzione degli eventi cardiovascolari nel gruppo sottoposto a trattamento intensivo (1,65% vs 2,19%; HR 0,75; p<0,001). Anche la mortalità era più bassa nei pazienti sottoposti a trattamento intensivo rispetto a quelli sottoposti al trattamento standard (HR 0,73, CI 0,60 a 0,90; p=0,003).
La divergenza delle curve degli eventi cumulativi dei due gruppi è evidente già dopo un anno di trattamento. I “number need to treat” per prevenire un evento cardiovascolare, una morte dovuta a tutte le cause e una morte da cause cardiovascolari sono rispettivamente 61, 90 e 172. È interessante osservare che il beneficio è maggiore nella popolazione con età >75 anni.
I risultati di questo trial propongono quindi un target più basso rispetto a quello consigliato dalle linee guida attuali.
Nei pazienti che hanno ricevuto un trattamento intensivo si osserva un’aumentata incidenza di insufficienza renale (1,21% vs 0,35% HR 3,49; 95% CI 2,44 a 5,10; p<0,001) ed episodi di ipotensione/sincope. La breve durata dello studio non permette di valutare se il danno renale è permanente. Questo dato è importante per verificare il beneficio clinico netto; pertanto sono necessari studi clinici a lungo termine che tengano in considerazione anche questo aspetto.