Valore prognostico dell’allungamento dell’intervallo QTc nella SCA
22 Luglio 2016Beneficio clinico del ticagrelor a lungo termine nei pazienti con vasculopatia periferica
27 Luglio 2016A cura di Marta F. Brancati
Jung-Min A, Ki Hong L, Sang-Yong Y, et al. Prognosis of Variant Angina Manifesting as Aborted Sudden Cardiac Death. J Am Coll Cardiol 2016;68:137-45.
Si tratta di un interessante studio retrospettivo, che ha indagato la prognosi dei pazienti con angina variante che vanno incontro ad un arresto cardiaco resuscitato. In particolare, 188 pazienti con angina variante ed arresto cardiaco resuscitato sono stati confrontati con 1844 pazienti con angina variante senza storia di arresto cardiaco. I predittori di arresto cardiaco sono risultati: l’età (OR: 0.980 per ogni anno; IC 95% 0.96-1.00; p = 0.013), l’ipertensione (OR: 0.51; IC 95% 0.37-0.70; p < 0.001), la dislipidemia (OR: 0.38; IC 95% 0.25-0.58; p < 0.001), la familiarità per morte improvvisa (OR: 3.67; IC 95% 1.27-10.6; p = 0.016), lo spasmo multivasale (OR: 2.06; IC 95% 1.33-3.19; p = 0.001), lo spasmo sulla discendente anteriore (OR: 1.40; IC 95% 1.02-1.92; p = 0.04). Durante un follow-up medio di 7.5 anni, nei pazienti con storia di arresto cardiaco l’incidenza di morte improvvisa era significativamente più alta (24.1 per 1,000 pazienti/anno vs. 2.7 per 1,000 pazienti/anno; HR 7.26; IC 95% 4.21-12.5; p < 0.001), nonché quella della morte per tutte le cause (27.5 per 1,000 pazienti/anno vs. 9.6 per 1,000 pazienti/anno; HR: 3.00;IC 95% 1.92-4.67; p < 0.001) (vedi Figura) L’incidenza di aritmie ventricolari ricorrenti è stata piuttosto alta, 32.4 per 1,000 pazienti/anno, nei pazienti con storia di arresto cardiaco. Si tratta, dunque, di pazienti particolarmente a rischio, nei quali avrebbe certamente senso l’impianto di un defibrillatore.