IMPROVE-IT: l’ezetimibe nei pazienti diabetici, è abbastanza?
24 Settembre 2015Voce del verbo
24 Settembre 2015A cura di Antonella Potenza
Williams B et al The principal results of the Prevention and Treatment of Hypertension With Algorithm-based Therapy (PATHWAY)—Optimal treatment of drug resistant hypertension—PATHWAY 2. European Society of Cardiology 2015 Congress. August 31, 2015; London, UK. Abstract 4137.
Questo studio ha affrontato la problematica dell’ipertensione arteriosa “resistente”, condizione clinica caratterizzata dalla presenza di valori pressori al di sopra dei limiti di riferimento raccomandati, nonostante trattamento farmacologico con almeno tre classi di farmaci, di cui un diuretico, assunti a dose adeguate.
Dati provenienti da trial clinici non randomizzati hanno suggerito l’utilizzo dello spironolattone nel trattamento dell’ipertensione arteriosa resistente, caratterizzata da bassi livelli plasmatici di renina.
Lo studio ha valutato l’ipotesi dell’utilizzo dello spironolattone nel ridurre i valori pressori rispetto ad altri due farmaci ad azione anti-ipertensiva ma con meccanismo d’azione differente (bisoprololo che agisce riducendo l’output cardiaco e doxazosina, che riduce la resistenza arteriosa).
Nello studio sono stati arruolati 355 pazienti con ipertensione arteriosa resistente; i pazienti sono stati randomizzati, in aggiunta alla terapia di base con ace-inibitore/sartano + Ca-antagonista + diuretico, a trattamento con spironolattone (25mg-50 mg) vs bisoprololo (5-10 mg) vs doxazosina (4-8 mg) vs placebo per 12 settimane.
Le misurazioni pressorie sono state effettuate sia a domicilio sia in ospedale.
L’end-point primario era la media dei valori pressori sistolici a domicilio per ciascuno dei bracci di trattamento; l’end-point secondario era la media dei valori di pressione sistolica misurati in ospedale.
Il trattamento con spironolattone ha determinato una riduzione dei valori di pressione sistolica di 12.8 mmHg durante le 12 settimane di trattamento, con una riduzione ancora più evidente per le misurazioni effettuate in ambito ospedaliero (circa 20 mmHg).
I pazienti nel gruppo spironolattone avevano un miglior controllo della pressione arteriosa domiciliare rispetto sia al gruppo randomizzato a bisoprololo (riduzione di 4.8 mmHg, p<0.001), sia a quello randomizzato a doxazosina (riduzione 4.03 mmHg, P<0.001).
I dati suggeriscono che l’utilizzo di farmaci ad azione natriuretica che promuovono l’escrezione di sodio può risultare efficace, come terapia aggiuntiva, nel trattamento dell’ipertensione arteriosa resistente.