una grammatica di noi stessi
18 Aprile 2017il fiore di gelsomino
27 Aprile 2017Se dovessi dire quale è stata la prima occasione in cui ho davvero riflettuto (sul serio, stavo quasi per dire…) a proposito del fatto che sono un essere vivente capace di ridere, e che tutti quelli che mi stanno intorno sono anche loro capaci di ridere, ecco, dovrei di necessità citare Jorge da Burgos e il suo dialogo armato con Guglielmo di Baskerville, che immagino molti di voi ricorderanno:
«Mi chiedo», disse Guglielmo, «perché siate tanto contrario a pensare che Gesù abbia mai riso. Io credo che il riso sia una buona medicina, come i bagni, per curare gli umori e le altre affezioni del corpo, in particolare la melanconia.»
«I bagni sono cosa buona», disse Jorge, «e lo stesso Aquinate li consiglia per rimuovere la tristezza I bagni restituiscono l equilibrio degli umori. Il riso squassa il corpo, deforma i lineamenti del viso, rende l’uomo simile alla scimmia.»
«Le scimmie non ridono, il riso è proprio dell’uomo, è segno della sua razionalità», disse Guglielmo.
«Il riso è segno di stoltezza. Chi ride non crede in ciò di cui si ride, ma neppure lo odia. E dunque ridere del male significa non disporsi a combatterlo e ridere del bene significa disconoscere la forza per cui il bene è diffusivo in sè … L’animo è sereno solo quando contempla la verità e si diletta del bene compiuto, e della verità e del bene non si ride. Ecco perché Cristo non rideva. Il riso è fomite di dubbio.»
«Ma talora è giusto dubitare.»
«Non ne vedo la ragione. Quando si dubita occorre rivolgersi a un autorità, alle parole di un padre o di un dottore, e cessa ogni ragione di dubbio.»
Ecco perché, anche lasciando da parte Umberto Eco e il romanzo da cui quelle righe ho tratto, non mi ha lasciato indifferente il post pubblicato oggi da Annamaria Testa a proposito delle virtù benefiche del ridere. Ridere è bello, ed è anche giusto insomma; anche quando non ci sia molto da ridere. E Annamaria Testa arriva a scrivere così:
La cosa più interessante è che le risate sono, nelle singole relazioni, un ottimo indicatore del livello di attrazione reciproca tra le persone. Insomma: più ridiamo insieme, più ci piacciamo (e molto probabilmente viceversa). Dunque, se avete un appuntamento a cui tenete, disponetevi a ridere o a far ridere. […]
E ancora: ridere migliora il flusso sanguigno. Riduce il livello degli ormoni dello stress come il cortisolo e l’adrenalina e aumenta il livello delle endorfine e degli anticorpi. Insomma: fa proprio bene.
Ma non solo: ridere ha un effetto anestetico e migliora la soglia di tolleranza al dolore fisico. Il primo ad accorgersene, già alla fine degli anni Settanta, è il giornalista e attivista per i diritti civili Norman Cousins, che afferma di essere riuscito a curarsi da una grave forma di artrite con alte dosi di vitamina C e di film dei fratelli Marx.
E quindi, forse, è quasi più facile pensare che non sarà la bellezza a salvare il mondo, ma piuttosto una risata. Magari non tutto il mondo, lo so; magari solo quel piccolo spazio che abitiamo. E già, a riuscirci davvero, penso io, non sarà stato poco.