Cholesterol Efflux Capacity, High-Density Lipoprotein Function, and Atherosclerosis Amit
16 Marzo 2011Lo studio Averroes
30 Marzo 2011Obesity is associated with fatal coronary heart disease independently of traditional risk factors and deprivation.
Logue J. et al ;Heart, 2011, http://heart.bmj.com
Una recente analisi dello studio WOSCOPS (West of Scotland Prevention Study) ha mostrato, per la prima volta, che l’obesità si associa in modo indipendente ad un aumentato rischio di morte per eventi cardiovascolari. Numerosi studi hanno cercato di correlare l’indice di massa corporea (BMI) al rischio di eventi cardiovascolari, ma nella maggior parte dei casi una volta corretta per i fattori di rischio classici tale relazione perdeva di significatività. In questa analisi, anche dopo correzione per i fattori di rischio tradizionali, ed altri fattori confondenti come l’utilizzo di farmaci o le condizioni socio-economiche, negli uomini con un BMI da 30 a 39 Kg/m2 si osserva un rischio aumentato del 60% nell’incidenza di eventi cardiovascolari mortali. La spiegazione dell’aumentato rischio potrebbe risiedere nella relazione tra obesità ed infiammazione, come speculano gli autori basandosi anche su un’analisi dello studio PROSPER (Prospective study of pravastatin in the elderly at risk) che ha mostrato che i marker dell’infiammazione sembrano influenzare specificatamente gli eventi cardiovascolari fatali. Oltre a questo, studi recenti sembrano evidenziare che le persone obese presentano alterazioni cardiache a livello strutturale, che probabilmente causano un aumentato rischio di aritmie e conseguentemente di morte per cause cardiache. Saranno necessarie analisi più approfondite per confermare se la perdita di peso sia in grado di ridurre l’aumentato rischio di eventi cardiovascolari mortali, ma resta comunque evidente l’importanza di attuare specifiche strategie di prevenzione nei soggetti obesi.
F. Bernini