La memoria deforma, la memoria schiaccia, la memoria condanna, la memoria annichilisce e racconta menzogne. La memoria è sempre letteratura e spesso, viceversa, la letteratura non è altro che una possibile forma della nostra memoria. Un giorno, con pazienza, mi metterò qui alla tastiera e proverò a declinare sobriamente ed efficacemente (proverò…) un breve discorso letterario sulla memoria (che dovrà, necessariamente, partire da Montale). Per oggi, però, mi limito a sottolineare che la notizia più importante della settimana è stata, secondo me, quella per cui abbiamo ottenuto da una sentenza europea (ma non sappiamo ancora in che modo) il diritto a essere dimenticati dalla rete, quando non ci saremo più. E, non so perché, non me lo chiedete, ma mi pare in questi anni che l’oblio sia un pezzo di felicità a cui è impossibile rinunciare.
E a proposito di questa notizia, ho trovato interessante (e istruttiva assai) l’intervista al filosofo Luciano Floridi pubblicata oggi (in rete) su Wired: istruttiva perché significa che dei filosofi abbiamo ancora molto bisogno, e interessante perché dice (a proposito di Google, dell’oblio e della società dell’informazione) cose come questa: