Meno sanguinamenti con dabigatran nel tromboembolismo venoso
5 Aprile 2016
ODYSSEY FHI e FHII: l’Alirocumab nell’ipercolesterolemia familiare eterozigote
5 Aprile 2016

Meccanismi patogenetici della trombosi tardiva dei DES: nuovi dati dall’OCT

A cura di Marta F. Brancati

Taniwaki M, Radu MD, Zaugg S, et al. Mechanisms of very late drug-eluting stent thrombosis assessed by optical coherence tomography. Circulation 2016;133:650-660.

La trombosi in stent (ST) rappresenta, come è noto, un evento potenzialmente catastrofico. Si tende a sostenere che i fattori «tecnici», «procedurali», relativi all’impianto di uno stent coronarico siano correlati con la trombosi precoce (entro 1 mese dall’impianto), mentre fattori legati alla terapia antiaggregante o al pattern di riendotelizzazione sarebbero associati alla trombosi tardiva (entro 1 anno) o molto tardiva (dopo 1 anno). Questo studio mette in discussione, in parte, questo assunto. A tale proposito è stata utilizzata l’OCT (optical coherence tomography), il gold standard nell’analisi dello stent.

Sono stati arruolati 64 pazienti, sottoposti a valutazione OCT nel contesto di una ST molto tardiva di DES (prima e seconda generazione). La ST è stata osservata, in media, dopo ben 4.7 anni, e l’OCT si è dimostrata in grado di individuare il meccanismo patogenetico nel 98% dei casi. Ebbene, ecco i reperti OCT: malapposizione (34.5%), neoaterosclerosi (27.6%), presenza di maglie scoperte, cioè non riendotelizzate (12.1%), ipoespansione dello stent (6.9%). La figura mostra la morfologia OCT dei reperti descritti.

BRANCATI trombosi Des F1

In particolare, maglie scoperte o malapposte erano più frequenti nei segmenti con trombosi rispetto a quelli senza trombosi (OR 8.26, IC 95% 6.8-10.0, p<0.001 e OR 13.0, IC 95% 10.1-16.9, p<0.001), e la lunghezza dei segmenti con maglie scoperte o malapposte era significativamente maggiore nelle porzioni di stent interessate dalla trombosi (3.4 mm vs 1.3 mm, p<0.001). Tale osservazione è stata riscontrata indipendentemente dal tipo di DES (prima o seconda generazione) impiantato. Dunque il pattern di riendotelizzazione, in particolare la neoaterosclerosi, si conferma un meccanismo importante della ST oltre l’anno, ma anche i fattori procedurali sembrano assumere un ruolo molto rilevante. L’ottimizzazione dell’impianto di uno stent è un obiettivo fondamentale durante la PCI, e il risultato angiografico può non essere attendibile: non a caso le tecniche di imaging, l’OCT in particolare, stanno prendendo sempre più piede nel guidare la procedura.

[Scarica in PDF]

Marta F. Brancati
Marta F. Brancati
Dirigente medico di I livello, UO Emodinamica, Ospedale degli Infermi, ASL BI - Biella

Comments are closed.