le nostre fissazioni
23 Gennaio 2022i ritagli di gennaio
2 Febbraio 2022A volte si naviga in rete ed è un mare aperto sconfinato, in cui non si vede nulla. Succede, mi è successo in questi giorni. Come se non ci fosse nulla da leggere, nulla che valesse la pena ricordare, niente da segnalare. Nessuna linea all’orizzonte dell’oblò, soltanto acqua e acqua.
Non è così, evidentemente. Ha più a che fare con il navigante, questa assenza, che con il mare. E forse bisogna soltanto stringere gli occhi, vedere meglio, ricordare con più acutezza ciò che si andava cercando quando si è partiti. Anche la navigazione sul web, insomma, ha i suoi momenti di fatica.
Magari è per questo che decido di segnalarvi oggi, a voi cardiologi e a chiunque desideri passare di qui, navigando nel suo proprio mare quotidiano, una poesia di Umberto Saba, che si intitola Ulisse e che parla di navigazione. Anche se, come ogni poesia e romanzo che parli di mare e di navi e di viaggi, non parla affatto di navigazione.
La trovate qui, questa poesia. È bella e soprattutto ha un bellissimo verso finale, che suona così:
e della vita il doloroso amore.
(con quella congiunzione e ad aprire un mare che non finiremo mai di navigare.)
Ma nello stesso articolo in cui trovate la poesia, troverete anche una possibile interpretazione di quei versi. Forse più una riscrittura che un’interpretazione. È quella di Carlo Londero, cui si deve il libro su Saba da cui queste parole sono estratte (questo bellissimo libro).
Ed è da questa rilettura interpretativa che vi invito a partire oggi per la vostra piccola navigazione letteraria, se ne avrete voglia. Perché nel breve testo di Londero incontrerete e riconoscerete tanta poesia, tanti poeti, tanti testi, tanti diversi ritratti di Ulisse e quindi tante diverse odissee e tantissimi viaggi per mare. Forse passerete da una poesia all’altra, da un verso all’altro, come onde e scie tracciate sul mare della vostra navigazione. Forse vi sarà dolce questo metaforico naufragare (e già ne avete riconosciuto uno, di questi poeti). Forse riconoscerete, come accade a me, anche nella fatica di certi giorni senza orizzonte, tanti altri compagni di viaggio e di navigazione. E sarà consolazione sufficiente, secondo me, e forza per ripartire.