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la più grande storia d’amore

Se nell’autunno sempre più inoltrato di questo strano anno 2021 vi fosse nato il desiderio di leggere un romanzo, magari un romanzo italiano, magari un romanzo non lunghissimo, magari anche un romanzo appena uscito, ecco io avrei il consiglio che fa per voi. E che potrebbe rendere il vostro autunno un po’ migliore, se non altro dal punto di vista letterario.

Si intitola Vita mortale e immortale della bambina di Milano, questo romanzo, e lo ha recentemente scritto e pubblicato Domenico Starnone (di cui già avevo scritto profusamente qui). È, a mio parere, un romanzo di virtù stilistica molto alta, di rara consapevolezza letteraria, di eccezionale perizia costruttiva, cioè in poche parole, secondo me: è bellissimo.

È una storia semplice, una piccola storia, a essere sinceri: una piccola storia d’amore.

Ma è assai di più che una semplice e piccola storia d’amore: è la storia d’amore più grande di tutte, quella che fu raccontata per la prima volta dall’uomo che inventò il viaggio di Orfeo alla ricerca di Euridice, il suo canto straziante, la sua discesa nel buio degli inferi, il suo finale tragico. Ed è la stessa storia che fu poi raccontata anche da Dante, nella Vita nova, quando ci disse dello sguardo di Beatrice che lo trafisse nel suo cuore di bambino, di una ferita che non guarì mai più, di un viaggio lunghissimo, dettato dall’Amore, che stava per cominciare e che lo avrebbe portato lontanissimo. Ed è anche la storia della Laura che fu amata da Petrarca, e dell’Angelica che fugge e di tutti gli amori che abbiamo sognato, fino alla Clizia di Montale, iride breve nel buio dell’esistenza.

Ma pure di più. Perché, e in modo ancora più sorprendente, questa piccola storia d’amore è anche una delle più belle interpretazioni del canto A Silvia di Leopardi che possiate leggere. Con il suo amore nato alla finestra, la sua «vita mortal», la vecchierella che racconta delle sue danze giovanili e tutto quello che leggerete in quelle pagine apparentemente esili e minime, in realtà amplissime, di respiro letterario profondo, e anche, perché no, di grande ambizione.

Insomma, vi ho detto. Non ho molto da aggiungere oggi (se non che del libro, per esempio, si parla un po’ qui). Ma forse è questo, nelle sue poche righe, uno dei post a cui tengo di più: perché ho finito di leggere da poco il “romanzetto” e sono pieno di entusiasmo e ho molta voglia di farlo leggere a chiunque. Mi direte, insomma. Magari esagero, magari mi trascina un’ingenuità di lettore che credevo perduta (sarebbe comunque una bella notizia), magari mi lascio condizionare da chissà cosa. Ma intanto ho letto un bel romanzo: non capita spesso, è una di quelle piccole cose che rende felici, l’autunno è già un po’ più luminoso.

Davide Profumo
Davide Profumo
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