Oggi ho letto una cosa che ha scritto Christian Raimo sulla scuola. Non parla della riforma, state (ehm) sereni. Parla di una cosa più importante ancora; parla del fatto che la scuola deve educare “al pensiero critico a partire dalla capacità di interpretare testi e altri oggetti culturali”, e cioè in definitiva deve insegnare a interpretare il mondo. Il che è davvero molto difficile e impegnativo, come vi potete immaginare. Chrisitian Raimo parla di questo tentativo partendo da un film molto famoso, L’attimo fuggente. Io vi lascio semplicemente a quello che scrive lui (perché sottoscriverei anche le virgole e gli spazi se mi fosse possibile). Aggiungo solo una precisazione: ho sempre pensato e penso tuttora che L’attimo fuggente sia un film sulla morte; e nessuno mi toglie dalla testa questa idea, terribile. Se ve ne stupite, provate a rivederlo partendo proprio da questo presupposto: che il professor Keating è la morte personificata, che si presenta in classe. Vi renderete conto di alcune cose interessanti tra cui, non ultimo, del fatto che l’alunno che lo segue fino in fondo è proprio quello che alla fine… No, non ve lo dico. Leggete il pezzo di Raimo che è meglio; ed è assai più interessante delle mie interpretazioni. Inizia così:
Ho fatto la maturità nel 1993. Pochi anni prima era uscito quello che a oggi può essere considerato il più celebre film sulla scuola, L’attimo fuggente, che aveva generato molti entusiasmi e dato vita a mille dibattiti. Io lo vidi addirittura in una matinée per le scuole. In una delle prime scene il protagonista, forse ve lo ricorderete, il professor Keating (Robin Williams), alla sua lezione d’esordio, legge con tono impostato dal libro di letteratura: «Comprendere la Poesia, di Jonathan Evans Prichard, professore emerito: ‘Per comprendere appieno la poesia dobbiamo anzitutto conoscerne la metrica, la rima e le figure retoriche e poi porci due domande, uno, con quanta efficacia sia stato reso il fine poetico e due, quanto sia importante tale fine. La prima domanda valuta la forma di una poesia, la seconda ne valuta l’importanza…»
[Il film più bello che ho visto sulla scuola, invece, si intitola Il distacco; però non è molto importante, lo so.]