A cura di Seena Padayattil
Association of Traditional Cardiovascular Risk Factors With Venous Thromboembolism. An Individual Participant Data Meta-Analysis of Prospective Studies. Mahmoodi B.K., Cushman M., Næss I.A., Circulation. 2017; 135:7–16.
Ogni anno si verificano circa 500.000 decessi per tromboembolismo venoso (TEV) negli Stati Uniti e nell’Unione Europea. I fattori di rischio riconosciuti per il tromboembolismo venoso e per il tromboembolismo arterioso sono differenti: mentre i fattori di rischio per il TEV sono l’età, la familiarità, alcune mutazioni genetiche, i contraccettivi orali e l’obesità, quelli per il tromboembolismo arterioso (cardiovascolare) sono l’ipertensione, il diabete, la dislipidemia e il tabagismo. Negli ultimi anni, vari studi hanno indagato il ruolo dei fattori di rischio cardiovascolare tradizionali nella patologia di TEV, senza tuttavia arrivare a conclusioni chiare.
È stata quindi condotta una metanalisi su 9 studi prospettici per verificare la reale influenza dei fattori di rischio cardiovascolare nella TEV. Sono stati valutati 3 modelli di rischio:
Nei 244.865 soggetti valutati sono stati registrati 4910 eventi in un periodo di 4,7-19,7 anni. Di questi, 44% erano episodi di TEV spontanei (senza storia di interventi chirurgici recenti o immobilizzazione prolungata) e 44% erano embolie polmonari. Nell’analisi non aggiustata, tutti i fattori di rischio valutati – tranne il tabagismo – hanno dimostrato di avere una netta correlazione positiva con il TEV. Nell’analisi con l’aggiustamento per età, sesso e BMI e in quella con ulteriori aggiustamenti questa correlazione non è stata confermata (ipertensione HR=0,98 [95% IC: 0,89-1,07], dislipidemia HR=0,97 [95% IC: 0,88-1,08], diabete HR=1,01 [95% IC: 0,89-1,15]), mentre è risultato che il tabagismo aveva un’associazione positiva (HR=1,19 [95% IC: 1,08-1,32]).
Anche se può avere vari limiti di metanalisi, questo lavoro sui dati individuali dei partecipanti conclude che i fattori di rischio cardiovascolare tradizionali non contribuiscono ad aumentare il rischio di tromboembolismo venoso.