Nuovi target LDL? Un update dal trial FOURIER
15 Novembre 2017
l’orgoglio di suo padre
24 Novembre 2017
Nuovi target LDL? Un update dal trial FOURIER
15 Novembre 2017
l’orgoglio di suo padre
24 Novembre 2017

il viaggio di nessuno

Cosa spinge milioni di esseri animali a spostarsi? Alcuni lo fanno in solitudine, come gli avvoltoi, altri in piccoli gruppi, come i pigliamosche, altri ancora in stormi di centinaia di migliaia (se non milioni) di uccelli, come gli storni…

 

Quando da bambino la maestra elementare (o mio padre, o mia madre, o qualsiasi adulto a cui io riconoscessi l’autorità del sapere e dell’esperienza) mi nominava le migrazioni, io pensavo subito alle rondini. Oppure a certi mammiferi africani, che vedevo nei documentari televisivi mentre attraversavano fiumi giganteschi braccati dai loro predatori. O anche ai pinguini, è possibile, ma credo di no, perché dei pinguini e delle loro incredibili marce nella neve si è cominciato a parlare più tardi, quando io ero già adulto e in qualche modo mi pareva che tali viaggi alla ricerca della sopravvivenza non mi dovessero riguardare più.

 

Oggi, io credo, qualunque bambino o ragazzo senta pronunciare la parola «migrazioni», da qualcuno di cui è pronto ad accettare l’autorità, non penserà per prima cosa né alle rondini né ai pinguini. E sono sicuro che anche voi, che avete letto le poche righe da cui il mio post ha preso oggi l’abbrivio, avete pensato alla stessa cosa, agli esseri umani, a giovani esseri umani alla ricerca di qualcosa, forse alla ricerca di qualcosa che abbiamo noi, che è nostro, che ci teniamo stretto, ancora non abbiamo deciso quanto stretto. Mentre le rondini si limitavano ad annunciar primavera e non ci chiedevano nulla.

 

È per questo che mi è piaciuto molto leggere l’articolo sulla natura delle migrazioni animali e umane scritto da due scienziati, Enrico Alleva e Daniela Santucci, per la rivista web «Il Tascabile». Perché ci offre una prospettiva diversa (tutta biologica, o etologica) su un fenomeno cui siamo costretti quotidianamente a pensare, con cui dobbiamo obbligatoriamente fare i conti, che in qualche modo mette in discussione, quasi tutti i giorni, il nostro essere e pensarci «umani». (E c’è anche qui un’interessante riflessione al proposito, con una conclusione affidata allo scrittore David Grossmann che merita probabilmente la nostra attenzione).

 

Ma non è solo questo. La migrazione è anche viaggio, in effetti; forse è la radice stessa del viaggiare, il viaggio nella sua essenza terribile di scommessa mortale sul futuro. E il viaggio è, anche per queste ragioni, il cuore di così tanta parte della letteratura occidentale che viene quasi l’imbarazzo a citare un testo, o una poesia, o un personaggio per darne conferma a se stessi a ai propri interlocutori. Quando si parla del viaggio, insomma, vale un po’ tutto.

 

Ma Ulisse vale di più. E quindi, pensando che forse da un viaggio lunghissimo proveniamo e di viaggi lunghissimi siamo ancora qui, da sempre, a parlare, mi fa piacere ritrovare improvvisamente una poesia di Borges che credevo di aver dimenticato e che Roberto Mussapi ha fatto in modo che mi ricordassi. La trovate qui. Si chiede dove sia finito il grande viaggiatore Nessuno ora che Ulisse, stanco, dorme nel letto accanto a Penelope. Non dà alcuna risposta, ovviamente.

Davide Profumo
Davide Profumo
La mia pagina Facebook: https://it-it.facebook.com/davide.loscorfano

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *