immersioni
6 Giugno 2021tutti i libri
16 Giugno 2021Siedo la sera sul margine della foresta.
Le bestie selvagge e timide cercano acqua.
Ogni tanto, quando qualcuno nomina un bosco o una foresta o una selva oscura, io penso a questi due versi di una delle poesie che amo di più di Franco Fortini.
Ripenso a quell’idea del bordo, del margine, di un orlo che noi, genere umano, abitiamo ma che non è così lontano dal lato selvatico, «pre-civile», della vita. Penso anche a quei due aggettivi, selvagge e timide, le bestie, così perfetti, quei due aggettivi, così lontanamente e assurdamente leopardiani, ridenti e fuggitivi, gli occhi di Silvia, che infatti è silvia, abitatrice delle selve, delle foreste, dei boschi.
Ho ripensato a quei versi di Franco Fortini (la poesia completa la potete leggere qui) anche recentemente, dopo aver letto un articolo sui libri e sui boschi che è una delle cose più particolari che possiate leggere in rete in questi giorni. Un articolo di Alessandro Mazzi (lo trovate qui) che prova rapidamente a tracciare un percorso del nostro rapporto culturale con i boschi e le foreste, con il lato meno ordinato della vita. Il bosco come opposto del giardino; il bosco come contrario della mappa.
Un post pieno di letteratura, di libri e di suggestioni. Come questa per esempio:
Esserci è come vagare in una foresta, dove ognuno percorre i vari sentieri che si dipanano nel fitto degli alberi. Può capitare di imboccarne uno che si interrompe all’improvviso, perché per il visitatore incauto un sentiero vale l’altro, ma la saggezza dei frequentatori abituali della foresta, tagliaboschi e legnaioli, per Heidegger consiste proprio nel vagare senza aspettarsi ogni volta di raggiungere una meta. Si può tracciare un sentiero, ma non è necessario.
Oppure anche di riflessioni più emozionate, come questa:
C’è una strana quiete che circonda il bosco. Qui il sole non colpisce severo coi miraggi del deserto, la selva ci racchiude tra i suoi alberi rispetto alla vastità esposta della savana, mantiene un clima temperato e raccolto a differenza della tundra, eppure nonostante la percezione dell’ignoto, nel bosco fiorisce un volto placido che ancora non esplode nell’osannante reliquia esotica della giungla. Il bosco non è né troppo né troppo poco, i suoi corsi d’acqua, per quanto agitati, non perdono mai il raccoglimento dell’oasi.
Fino a una bellissima citazione di san Bernardo di Chiaravalle, questa:
Quello che so della scienza divina e della Sacra scrittura l’ho imparato nei boschi e campi.
È il cosiddetto «libro della Natura», penso io, quello che provo (forse inutilmente) a spiegare ai miei alunni di terza, quasi ogni anno: leggere la Natura come se fosse un libro scritto da Dio e che ci parla di Dio, come faceva Dante e io non sono più capace di fare, perdersi entro le foreste dei simboli del creato, boschi allegorici e boschi reali, senza distinzione, boschi reali proprio perché allegorici, sentieri che percorrono i boschi come trame che percorrono i libri che leggiamo.
Troverete, io credo, alcuni buoni consigli di lettura entro l’articolo di Mazzi che parla di boschi e del nostro fermarci sul margine della foresta, cercando di capire. Magari ordinerete uno di questi bei libri dal vostro libraio di fiducia, oggi o domani, ne sarei contento; e però dovrete aspettare qualche giorno più del solito per averlo a casa.
Perché anche i libri, è giusto saperlo, sono oggetti e come tali sono merce e come tali determinano lavoro. E il lavoro a volte è una ricchezza, altre volte una fatica, altre volte una forma di sfruttamento. E non tutto è facile da comprendere come sembra in apparenza, non tutti i sentieri hanno la stessa bellezza: e il libro, che appaga i nostri più nobili desideri, è in questi giorni al centro di una lotta sindacale aspra e carica di tensioni, anche violente. Potete leggere qui quello che accade alla «Città dei libri». Che forse non è un posto bello come vorremmo immaginarci, che forse è un posto selvaggio, come lo erano le bestie di Franco Fortini, magari senza essere però altrettanto timido.
Sediamo sempre sui margini di una foresta; è bene ricordarlo, di tanto in tanto.