poeti e profezie
25 Settembre 2019una cosa che si chiama letteratura
2 Ottobre 2019Ogni giorno, perlustrando il web alla ricerca di qualcosa che possa essere interessante per l’Oblò, mi segno alcuni articoli, alcuni spunti, che forse mi saranno utili. Ma non tutti poi, in realtà, mi vengono davvero utili: alcuni restano sospesi, inutilizzati, senza una storia che li tenga insieme. E però sono articoli o spunti molto belli, forse anche più che belli, senz’altro interessanti. Per questo, dopo averne lasciati indietro già un po’ troppi, ho deciso che alla fine di ogni mese, finché mi sopporterete, pubblicherò rapidamente questi «ritagli», quasi senza commento, al solo scopo di non dimenticarli; nella speranza che incontrino il favore di almeno qualcuno di voi, e che quindi non vadano inutilmente persi. Che magari poi succede, come spesso per i pranzi e le cene vere e importanti: che gli avanzi del giorno dopo sono quasi più buoni dei piatti del giorno prima.
Di come parlare di noi stessi in terza persona [è una cosa che odio, ve lo confesso, non so nemmeno perché stia dando credito a questo articolo…] possa renderci persone migliori di quelle che siamo
Del rapporto fra immagine e scrittura in cinque grandissimi autori del Novecento: un bel libro per capire di più la letteratura
Degli «adultescenti»: non più ragazzi non ancora capaci di esser adulti.
Di presentazioni di libri, incontri con l’autore e colazioni con l’editore: qualche idea per fare tutto un po’ meglio (e un po’ meno)
Di una possibile vitalità contemporanea della poesia: antisociale, antidemocratica, disagiata e quindi, e forse proprio per questo, attualissima
Dei soldi che girano intorno allo sport più amato dagli italiani: una piccola (ma inquietante) lezione di «calcionomia»
C’erano tre serbi, due musulmani e un lupo… La pulizia etnica raccontata dagli occhi dei ragazzini
Della storia di Martin Eden, romanzo di formazione vivo in ogni tempo e quindi in ogni luogo
Di vita monastica, di separazione, di incontro con il divino: le parole di un monaco
Di Napoli, città in balìa di un turismo sempre più invadente e incontrollato.
Di suicidi maschili e di stereotipi di genere (sempre maschile)