eterno contemporaneo
1 Ottobre 2016il nome della donna
4 Ottobre 2016Ogni giorno, perlustrando il web alla ricerca di qualcosa che possa essere interessante per l’Oblò, mi segno alcuni articoli, alcuni spunti, che forse mi saranno utili. Ma non tutti poi, in realtà, mi vengono davvero utili: alcuni restano sospesi, inutilizzati, senza una storia che li tenga insieme. E però sono articoli o spunti molto belli, forse anche più che belli, senz’altro interessanti. Per questo, dopo averne lasciati indietro già un po’ troppi, ho deciso che alla fine di ogni mese, finché mi sopporterete, pubblicherò rapidamente questi «ritagli», quasi senza commento, al solo scopo di non dimenticarli; nella speranza che incontrino il favore di almeno qualcuno di voi, e che quindi non vadano inutilmente persi. Che magari poi succede, come spesso per i pranzi e le cene vere e importanti: che gli avanzi del giorno dopo sono quasi più buoni dei piatti del giorno prima.
Di studiare e di essere liberi; di come non si dia uno senza l’altro, di come sarà necessario fare in modo di studiare di più (e meglio).
Di quello che si chiede in certi esami e concorsi; e della stupidità delle domande, che fa stupide le risposte (qualunque risposta, ma soprattutto quelle giuste, come è ovvio).
Di come, nel dibattito politico democratico, non abbia più senso parlare di “destra” e di “sinistra”, ma soltanto di istruzione e di non-istruzione.
Di sbarre alle finestre e mura e ore d’aria e torri di guardia; di cosa parliamo quando parliamo di colpevoli e innocenti.
Di come i gatti si siano diffusi nel mondo (e ci abbiano, in seguito, ehm, addomesticati…)
Dell’orrore che ci abita e delle parole che avremmo urlato in piazza se fossimo stati vivi durante il nazismo.
Del cavaliere che abbiamo detestato (o amato): un ritratto scritto da un uomo che abbiamo detestato (o amato) ancora di più di quanto odiassimo il cavaliere stesso.
Di autoscatti e di negazione dell’altro: un’idea filosofica del selfismo contemporaneo.
Di come Hobbes possa aver avuto torto e la violenza sia patrimonio genetico dell’umanità cui apparteniamo.
Di un’isola che noi liguri da sempre immaginiamo e ogni tanto, quasi per miracolo, vediamo all’orizzonte.
Dell’acqua alcalina e di come si possano leggere le etichette delle acque che compriamo al supermercato.