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i ritagli di novembre

Ogni giorno, perlustrando il web alla ricerca di qualcosa che possa essere interessante per l’Oblò, mi segno alcuni articoli, alcuni spunti, che forse mi saranno utili. Ma non tutti poi, in realtà, mi vengono davvero utili: alcuni restano sospesi, inutilizzati, senza una storia che li tenga insieme. E però sono articoli o spunti molto belli, forse anche più che belli, senz’altro interessanti. Per questo, dopo averne lasciati indietro già un po’ troppi, ho deciso che alla fine di ogni mese, finché mi sopporterete, pubblicherò rapidamente questi «ritagli», quasi senza commento, al solo scopo di non dimenticarli; nella speranza che incontrino il favore di almeno qualcuno di voi, e che quindi non vadano inutilmente persi. Che magari poi succede, come spesso per i pranzi e le cene vere e importanti: che gli avanzi del giorno dopo sono quasi più buoni dei piatti del giorno prima.

 

Di quello che ci resta da fare adesso che la nazionale è stata esclusa dai mondiali di calcio.

 

Del comico migliore che l’America ci abbia dato in questi anni e del perché sia il migliore.

 

Di un romanzo brutto, proprio brutto, talmente brutto che sarà tra i più venduti dell’anno.

 

Delle città più vivibili d’Italia e del perché io viva da tutt’altra parte.

 

Di caffè letterari, di letterati nei caffè, di una città raccontata da letteratura e caffè.

 

Di come l’esclusione della nazionale dai mondiali di calcio sia stata raccontata (anche) in maniera ridicola.

 

Delle letture inutili che facevamo dal dentista.

 

Di alcune cose che la lingua italiana ci impedisce di fare.

 

Di una possibile storia del cosiddetto «fake» e di cosa sia, in effetti, un falso letterario.

 

Dei luoghi che raccontano una vita e di come una vita sia (spesso) una storia di luoghi.

 

Della solitudine del medico (una vignetta).

 

Della necessità di mettersi al riparo dalla volgarità dei nostri giornali.

 

Degli animali che stanno dentro i libri e che ci aiutano a raccontarci come esseri umani che leggono i libri.

 

Della disuguaglianza dentro le scuole italiane (ovvero del principale fallimento del nostro sistema scolastico).

Davide Profumo
Davide Profumo
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