ciò che immaginiamo
28 Maggio 2015tra ragione e bellezza
2 Giugno 2015Ogni giorno, perlustrando il web alla ricerca di qualcosa che possa essere interessante per l’Oblò, mi segno alcuni articoli, alcuni spunti, che forse mi saranno utili. Ma non tutti poi, in realtà, mi vengono davvero utili: alcuni restano sospesi, inutilizzati, senza una storia che li tenga insieme. E però sono articoli o spunti molto belli, forse anche più che belli, senz’altro interessanti. Per questo, dopo averne lasciati indietro già un po’ troppi, ho deciso che alla fine di ogni mese, finché mi sopporterete, pubblicherò rapidamente questi «ritagli», quasi senza commento, al solo scopo di non dimenticarli; nella speranza che incontrino il favore di almeno qualcuno di voi, e che quindi non vadano inutilmente persi. Che magari poi succede, come spesso per i pranzi e le cene vere e importanti: che gli avanzi del giorno dopo sono quasi più buoni dei piatti del giorno prima.
Di quando William Blake tracciò i disegni che illustravano la Commedia di Dante: e del libro che oggi riproduce quei disegni.
Di come la «buona scuola» non sia soltanto «buona» e di molti altri dettagli su cui sarebbe giusto soffermarsi.
Di quello che resta di Sparta, che fu una delle più grandi civiltà di sempre.
Dell’editoria italiana, di cosa possa significare voler lavorare per tale editoria italiana, di voci che sempre più insistentemente dicono che le cose non possono più andare avanti così.
Della morte di Giovanni Falcone e di quella di Paolo Borsellino: e dei giorni che, tra l’una e l’altra di quelle tragedie, hanno cambiato lo sguardo di una generazione.
Dei nostri anni infami e di come consigliare ai giovani di studiare tanto possa anche essere il consiglio sbagliato.
Di un aggettivo privativo che esiste solo in siciliano.
Di un libro che cerca di raccontare, attraverso le voci più nitide della letteratura del Novecento, come la poesia possa essere, anche, un terribile lavoro.
Del prezzo di sofferenza che gli uomini pagano sull’altare del più grande spettacolo del mondo.
Di una biblioteca speciale, di un uomo che è stato straordinario, di una battaglia combattuta lontano da qui che la cultura italiana ha, probabilmente, vinto.
1 Comment
Totò Cuffaro e quanto veri siano i modi dire: “il buon giorno si vede dal mattino”. E anche il cattivo, vien da dire.