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“Futuri testicoli”

Ieri, 8 aprile, si sono svolti i test per l’ammissione alla facoltà di medicina; prima ancora dell’esame di maturità (che bisognerebbe anche decidersi: o è importante, e allora i test arrivano dopo; o non è importante, e allora lo aboliamo), prima degli scrutinii di quinta che decideranno ammessi e non ammessi all’esame di maturità (lo immaginate uno studente che supera il test e poi allo scrutinio viene bocciato dai suoi insegnanti di quinta, perché ha studiato per il test e non per le loro discipline?), prima dell’estate, prima del futuro che sta arrivando, prima di qualunque altra cosa, sono arrivati i test che decideranno quale ragazzo domani farà il medico e mi curerà, e quale invece farà altro, magari l’avvocato o il giornalista o l’insegnante. E quindi, senza farvi perdere troppo tempo (proprio voi che siete medici, figuriamoci) vi invito alla lettura di questo articolo di Massimo Adinolfi, in cui, tra il serio e il faceto, si scrive così:

 

  • Alla prova si accosteranno ragazzi che non hanno studiato chimica o matematica, biologia o fisica. No: hanno studiato i test. Il che vuol dire che con essi si formeranno non medici, ma forse, chissà, cultori di test: testicoli. I test sono diventati cioè una materia a sé stante. Così come la relativa preparazione. Il libro di testo è allora il libro che raccoglie tutti i test disponibili, passati presenti e futuri, e lo studio consisterà nel mandarli a memoria, nell’affinare la velocità di risposta, e nel provare magari a rispondere a domande del tipo: qual è l’espressione di significato contrario a «avere fegato»?

 

Sperando che vi convinca e che qualcuno di voi che siete medici possa, un giorno, fare qualcosa.

Davide Profumo
Davide Profumo
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