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Evolocumab e decadimento cognitivo: I risultati dello studio EBBINGHAUS

A cura di Ivana Pariggiano

Design and rationale of the EBBINGHAUS trial: A phase 3, double-blind, placebo-controlled, multicenter study to assess the effect of evolocumab on cognitive function in patients with clinically evident cardiovascular disease and receiving statin background lipid-lowering therapy-A cognitive study of patients enrolled in the FOURIER trial. Giugliano RP1, Mach F2, Zavitz K3, Kurtz C4, Schneider J4, Wang H4, Keech A5, Pedersen TR6, Sabatine MS1, Sever PS7, Honarpour N4, Wasserman SM4, Ott BR8; EBBINGHAUS Investigators. Clin Cardiol. 2017 Feb;40(2):59-65. doi: 10.1002/clc.22678. Epub 2017 Feb 16.

 

I benefici clinici dell’aggiunta dei nuovi inibitori PCSK9 al trattamento con statine in prevenzione primaria e secondaria sono stati documentati in molteplici trial. L’aggiunta di questa classe di farmaci risponde alla necessità di consentire una riduzione significativamente maggiore delle LDL nelle popolazioni ad alto rischio. I dati di sicurezza risultano, tuttavia, ancora limitati, in particolare quelli sugli effetti neurocognitivi, ipotizzati in alcune precedenti metanalisi. Lo studio EBBINGHAUS, discusso in occasione dell’ultimo congresso AHA, è il primo studio prospettico progettato per valutare la relazione tra un inibitore di PCSK9 e cambiamenti cognitivi come la riduzione della memoria, dell’attenzione e del tempo di reazione. In questo ampio studio i ricercatori non hanno trovato evidenze che l’aggiunta di Evolocumab al trattamento con statine provochi deterioramento neurocognitivo.

 

L’analisi ha incluso 1974 pazienti (72% uomini, età media 63 anni) che erano già in trattamento con statine. Inoltre, il 75% aveva avuto un infarto prima dell’inizio dello studio e il 20% aveva avuto un ictus ischemico. Il follow-up medio è stato di circa 19 mesi. Il Cambridge Neuropsychological Test Automated Battery (CANTAB) è stato utilizzato per esaminare sia la funzione esecutiva (come ad esempio prestare attenzione e ricordare e organizzare i dettagli) sia il tempo di reazione al basale a 24 settimane e successivamente ogni 48 settimane, fino alla fine dello studio.

L’end point primario era la variazione dell’indice SWM, che valuta l’efficienza delle funzioni esecutive neurocognitive. I punteggi dell’SWM non differivano tra i gruppi Evolocumab e placebo al basale (17,8 per ciascuno) o alla fine dello studio (17,5 vs 17,6, rispettivamente).

È anche emerso un altro dato interessante: rapportando tali risultati con le LDL, i pazienti che hanno raggiunto valori molto bassi di LDL – inferiori a 25 mg/dL – avevano una funzione cognitiva simile a quelli con valori di LDL più alti.

I dati attuali confermano che questa combinazione di terapia risulta efficace in termini di riduzione di LDL e sembra sicura in termini di profilo di effetti collaterali, tra cui quelli cognitivi.

Sebbene i dati sul profilo di sicurezza siano rassicuranti, uno dei limiti dello studio è che i partecipanti sono stati seguiti per soli 20 mesi circa. È in programma uno studio di estensione che includerà i pazienti del FOURIER per valutare, oltre all’efficacia, anche la sicurezza del farmaco.

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Ivana Pariggiano
Ivana Pariggiano
Specialista in formazione , Cardiologia Seconda. Università degli Studi di Napoli, A.O. Dei Colli «Monaldi», Napoli.

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