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Efficacia e sicurezza di Alirocumab, i risultati dei trial ODYSSEY COMBO I e COMBO II

A cura di Ivana Pariggiano

Numerosi studi epidemiologici hanno dimostrato che la riduzione dei livelli plasmatici di LDL-C si associa linearmente alla riduzione del rischio cardiovascolare indipendentemente dal tipo di paziente e quindi rappresenta l’obiettivo primario nella gestione dell’ipercolesterolemia. Una promettente classe di farmaci ipolipemizzanti è rappresentata dagli inibitori della PCSK9. Tale proteina (ovvero plasma proprotein convertasi subtilisina / Kexin tipo 9) è un bersaglio farmacologico di potenziale utilità per la riduzione del colesterolo, in quanto interagisce con il recettore LDL favorendone la precoce degradazione e impedendone il riciclo. Gli inibitori della PCSK9 riducono il colesterolo LDL, bloccando l’attività della proteina e consentendo un’aumentata presenza di recettori per le LDL sugli epatociti e quindi una maggiore clearance di LDL dal torrente ematico. L’arilocumab è un anticorpo monoclonale umanizzato, capostipite di questa nuova classe di farmaci, il primo tra degli inibitori della PCSK9 a essere stato approvato dall’FDA, a seguito della pubblicazione dei risultati dei primi trial dell’ampio programma ODYSSEY.

Il programma ODYSSEY comprende 12 trial clinici di fase III focalizzati alla valutazione dell’efficacia e della sicurezza di alirocumab, su oltre 23.000 pazienti, suddivisi in differenti popolazioni (tra cui quelli ad alto rischio cardiovascolare, intolleranti alla terapia con statine o con ipercolesterolemia familiare), in monoterapia o in aggiunta alle terapie ipolipemizzanti standard. Il parametro primario di efficacia è rappresentato dalla riduzione del colesterolo LDL-C.

Dopo i dati dell’ODISSEY MONO, il primo studio di fase III del programma che ha provato l’efficacia dell’alirocumab nel ridurre i livelli di LDL-C di 24 rispetto a ezetimibe (riduzione di LDL-C del 47% rispetto a una riduzione del 16% ottenuta con ezetimibe, p<0,0001), su 103 soggetti con ipercolesterolemia e moderata malattia cardiovascolare su base aterosclerotica, sono seguiti risultati favorevoli dei trial COMBO I e II. In questi due trial è stata valutata la tollerabilità e l’efficacia di alirocumab in associazione alla massima dose tollerata di statina, in presenza o assenza di altri farmaci ipolipemizzanti, in soggetti ad alto rischio cardiovascolare.

Nello studio ODISSEY COMBO I sono stati reclutati 316 soggetti ad alto rischio con livelli medi di LDL-C di 97 mg/dL, randomizzati in due gruppi: uno trattato con placebo (n=107) e un gruppo sperimentale trattato con alirocumab 75/150 mg ogni due settimane per 52 settimane (n=209). I livelli di LDL-C sono stati ridotti del 48% dal trattamento con alirocumab a 24 settimane e del 42% a 52 settimane, e complessivamente il 75% dei soggetti trattati con alirocumab ha raggiunto livelli di LDL-C <70 mg/dL alla ventiquattresima settimana.

Nello studio ODISSEY COMBO II è stata reclutata una più ampia popolazione (circa 720 pazienti) con elevati livelli di LDL-C o altri fattori di rischio CVD in terapia con la massima dose tollerata di statina, per un periodo di studio più lungo (104 settimane). I pazienti sono stati randomizzati in due gruppi, uno trattato con ezetimibe 10 mg (n=241) e un gruppo sperimentale trattato con alirocumab (n=479) a dose di 75mg, da incrementare a 150 mg se necessario, ogni due settimane.

Alla 24a settimana si è verificata una riduzione del 51% dalla baseline dei livelli di LDL-C nel gruppo alirocumab significativamente superiore rispetto a quella ottenuta con ezetimibe (21%, p<0,0001), rispettata anche alla 52a settimana di trattamento (riduzioneLDL con alirocumab 50% rispetto al basale vs al 18% con ezetimibe, p<0,0001).

PARIGGIANO Odyssey combo II FIG 1

È interessante notare che il 77% dei pazienti in terapia con il nuovo ipolipemizzante hanno raggiunto valori di LDL-C ≤70 mg/dl, raccomandati dalle attuali linee guida, a 24 settimane, rispetto al 45,6% dei pazienti in terapia con ezetimibe (P<0,0001), e che circa l’80% dei pazienti nel gruppo alirocumab ha raggiunto i valori target mantenendo la dose iniziale di 75 mg/die.

I più comuni eventi avversi rilevanti osservati sono stati infezioni del tratto respiratorio superiore, sovradosaggio accidentale, vertigine e mialgia. I più comuni eventi avversi (infezioni del tratto respiratorio superiore, sovradosaggio accidentale, vertigine e mialgia) stati sono di entità simile a quelli di ezetimibe (71,2% nel gruppo alirocumab e nel 67,2% dei pazienti ezetimibe), confermando il buon profilo di rischio del farmaco.

 

Bibliografia:

Am Heart J. 2015 Jun;169(6):906-915.e13. doi: 10.1016/j.ahj.2015.03.004. Epub 2015 Mar 13. Efficacy and safety of the proprotein convertase subtilisin/kexin type 9 inhibitor alirocumab among high cardiovascular risk patients on maximally tolerated statin therapy: The ODYSSEY COMBO I study. Kereiakes DJ1, Robinson JG2, Cannon CP3, Lorenzato C4, Pordy R5, Chaudhari U6, Colhoun HM7.

AbstractSend to: Eur Heart J. 2015 May 14;36(19):1186-94. doi: 10.1093/eurheartj/ehv028. Epub 2015 Feb 16. Efficacy and safety of alirocumab in high cardiovascular risk patients with inadequately controlled hypercholesterolaemia on maximally tolerated doses of statins: the ODYSSEY COMBO II randomized controlled trial. Cannon CP, Cariou B, Blom D, McKenney JM, Lorenzato C, Pordy R, Chaudhari U, Colhoun HM; ODYSSEY COMBO II Investigators.

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Ivana Pariggiano
Ivana Pariggiano
Specialista in formazione , Cardiologia Seconda. Università degli Studi di Napoli, A.O. Dei Colli «Monaldi», Napoli.

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