È possibile oggi prevedere quale lesione coronarica andrà incontro a instabilizzazione? I dati dello studio prospect
24 Febbraio 2011Lowering the Triglyceride/High-Density Lipoprotein Cholesterol Ratio Is Associated With the Beneficial Impact of Pioglitazone on Progression of Coronary Atherosclerosis in Diabetic Patients Insights From the PERISCOPE (Pioglitazone Effect on Regression of Intravascular Sonographic Coronary Obstruction Prospective Evaluation) Study
4 Marzo 2011Effects of atorvastatin and rosuvastatin on thromboxane-dependent platelet activation and oxidative stress in hypercholesterolemia
Luca Puccetti, et al;Atherosclerosis 214 (2011) 122–128
In questo studio randomizzato condotto su 60 pazienti ipercolesterolemici, si è misurato l’effetto di due statine strutturalmente diverse, l’atorvastatina e la rosuvastatina confrontate ad un dosaggio di paragonabile efficacia, sullo stress ossidativo e sull’attivazione piastrinica. Lo studio ha inoltre discusso se tali effetti possano essere correlati all’azione ipolipemizzante delle statine o piuttosto attribuibili ai loro potenziali effetti pleiotropici. Gli autori mostrano che entrambe le statine determinano nei soggetti trattati riduzioni di paragonabile entità nei parametri misurati (colesterolo LDL, proteina C reattiva (CRP), 11-deidro-trombossano e 8-iso-prostaglandina F2)e concludono che l’effetto antiaggregante e antiossidante osservato è correlato principalmente alla riduzione del colesterolo LDL confermando quindi il ruolo fondamentale del colesterolo stesso nell’influenzare la funzionalità endoteliale e i markers dell’infiammazione. I risultati di questo studio sono concordi con quanto osservato nello studio JUPITER, in cui il trattamento con rosuvastatina ha determinato una concomitante riduzione del colesterolo LDL e dei livelli di CRP, e ha ridotto l’incidenza di eventi cardiovascolari in soggetti apparentemente a basso rischio. Questo lavoro conferma il beneficio del trattamento con statine sulla sintesi di trombossano, della formazione di isoprostano F2 e sull’infiammazione sistemica in soggetti ipercolesterolemici. Gli autori propongono che tale effetto sia principalmente mediato dalla riduzione del colesterolo LDL, piuttosto che da altri effetti pleiotropici delle statine.
F. Bernini