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Dialoghi a sorpresa

Ora, caro Glaucone, devi sapere che gli uomini si dividono, per così dire, in quattro fratrìe.

– Vediamole, o Leonzio.

– Appartengono innanzitutto alla prima fratrìa quelli bravi, ma bravi davvero, beati loro, quelli che fanno quel che devono fare, e lo fanno bene, e lo sanno.

– Per Ercole, Leonzio, invidiabile sorte è la loro!

– Invidiabile invero, e quasi divina. Opposta alla loro è invece la seconda fratrìa, della quale fa parte l’innumerabile genìa degli stronzi. Essi sono coloro che non fanno, o se fanno fanno male. E lo sanno, oh se lo sanno, perché è proprio quello che vogliono.

– Come!, vogliono il male?! Ma maestro Socrate dice che…

– Stacce, o Glaucone, vogliono il male. Con buona pace di maestro Socrate.

– Ma allora, o Leonzio, che il Tartaro li inghiotta!

– Anch’io me l’auguro, ma non ci spero. Tuttavia, gli uomini degni di appartenere a queste due prime fratrìe sono rari, e simili a semidei si aggirano tra i mortali. Più facile è incontrare esemplari delle due altre fratrìe, che chiameremo miste. Vuoi tu vederle, o Glaucone?

 

Certe volte, in certi pomeriggi in cui sembra che davvero non ci sia niente di bello da leggere o da imparare, ci si imbatte in un dialogo socratico scritto sul web e ci si scopre a pensare che ci sono cose belle ovunque, basta saperle ascoltare. Il dialogo è breve, richiede un minuto in tutto: fossi in voi lo leggerei fino alla fine.

Davide Profumo
Davide Profumo
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