soffro dove un tempo giocavo
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21 Novembre 2016… le biblioteche sono posti che cambiano la vita, generalmente in meglio (nel mio caso sicuramente in meglio), soprattutto perché – più ancora della scuola – danno una chance a chi quella chance magari non se la trova nel corredo alla nascita, e possono mettere in moto un’infinità di cose, essere la scintilla che accende un’infinità d’interessi e passioni, e insomma – nonostante siano abitati da libri un po’ polverosi – sono posti carichi di futuro, quanto e più di un Apple Store.
Ecco, ci sono cose che debbono essere dette così, in modo piano e facile, senza esitazioni e il più possibile senza retorica, perché non hanno bisogno di ovvia retorica e nemmeno di esitazioni, perché sono cose semplicemente vere. E bastano a se stesse. Una di queste semplici cose (e cioè che abbiamo ancora bisogno di biblioteche, altroché) la dice in questi giorni Claudio Giunta, a proposito della nuova biblioteca di Trento, per studenti e per cittadini, per lettori e per curiosi. Mi pare una bella cosa da dire e anche un bel luogo in cui andare, se non abitate lontano da lì. E se invece abitate lontano (io, per esempio, che sfortuna: abito lontanissimo) mi pare una splendida idea per cui darsi da fare, e uscire di casa, e provare a farla uguale, o un po’ meglio.
E quindi, oltre a invitarvi a leggere il bell’articolo di Giunta, che racconta anche qualcosa di sé e della sua passione adolescenziale per la lettura, non mi pare inutile rimandarvi anche a un altro libro che parla di altre città, alcune vicine alcune lontane da Trento, ma anch’esse, in qualche modo, «tutte capitali d’Italia» come diceva lord Byron, dacché abbiamo il privilegio di vivere in una nazione con decine di splendide capitali, a ben pensarci. Il secondo articolo di oggi parla infatti di un libro che parla di città, citando autori e scrittori di tantissime epoche e facendoci venire tantissima voglia di prendere il treno e girarlo, questo straordinario posto pieno di capitali, vicine e lontanissime da Trento, in cui abbiamo avuto la sorte di nascere e di vivere Lo ha scritto (l’articolo che parla del libro che parla delle nostre città) Tomaso Montanari (che di Giunta, a quanto so, è molto amico) e riporta per esempio queste eccezionali descrizioni d’autore:
… il sogno di Camus su Siena (vista sorgere «nel tramonto con i suoi minareti, come una Costantinopoli di perfezione, arrivarci di notte, senza denaro e solo, dormire presso una fontana ed essere il primo sulla Piazza del Campo in forma di palma, come una mano che offre ciò che l’uomo, dopo la Grecia, ha fatto di più grande»), l’amore viscerale di Mario Luzi per Pienza («mi mancherebbe fieramente se mi fosse impedito di venirci di tanto in tanto»), la commozione del tedesco Johann Gottfried Seume, che nel 1802 guarda Siracusa dall’alto del Castello Eurialo: «Considero questa mezz’oretta una delle più belle di cui abbia mai goduto, sol che potessi cancellare la malinconia che la permeava, una tristezza di noi tutti esseri umani».
E buon viaggio, insomma: sia che stiate entrando in una biblioteca, sia che stiate aprendo un nuovo libro, sia che stiate davvero prendendo il treno per andare a Siena, a Siracusa, a Trieste, a Ferrara, a Firenze, dovunque vogliate, e fino a Trento, per esempio.