
11 – III Simposio – La riperfusione nello stroke, di Giancarlo Agnelli e Andrea Zini
27 Aprile 2016storie d’amore
29 Aprile 2016Claude Bernard nacque da una famiglia contadina a Saint Julien, vicino a Villefranche, nel Dipartimento del Rodano. Ancora ragazzo lavorò come commesso in una farmacia nei sobborghi di Lione, ma la sua grande passione era il teatro. Come molti giovani con aspirazioni in campo artistico, si recò da giovane a Parigi per intraprendere una carriera di scrittore. La sua fortuna fu quella di incontrare un critico letterario intelligente, Saint Marc Girardin (1801-1873), che gli sconsigliò di continuare a scrivere e lo indirizzò invece verso gli studi di medicina.
Dopo la laurea, che conseguì a Parigi nel 1843, divenne allievo del fisiologo e studioso delle funzioni del Sistema Nervoso Centrale François Magendie (1783-1855). Costui era uno scienziato celebre e discusso. Era noto per la determinazione priva di scrupoli con cui conduceva gli esperimenti di vivisezione. Senza alcuna remora, Magendie era capace di lasciare legati al tavolo settorio per intere giornate gli animali, dopo averli già parzialmente mutilati di qualche organo. Si trattava di una modalità di lavoro inutilmente crudele, che gli attirò numerose critiche soprattutto da parte dei medici inglesi. Bernard ottenne un dottorato in scienze e nel 1854 fu eletto all’Académie des Sciences.
La sua carriera fu brillante e il suo prestigio si accrebbe rapidamente attraverso una serie di riconoscimenti da parte del mondo accademico e della società del tempo. Bernard era un uomo accorto, dotato di un certo acume diplomatico e di un indubbio carisma personale. I successi nella vita pubblica e professionale stanno a dimostrarlo. Nel 1855 entrò al Collège de France. Nel 1861 fu eletto all’Académie de Medecine, nel 1868 all’Académie Française. Fu nominato senatore nel 1869, alla vigilia della Guerra franco-prussiana e della caduta di Napoleone III. Alla morte, avvenuta nel 1878, l’uomo politico e ministro francese Léon Gambetta chiederà per lui i funerali di stato, risultando così il primo scienziato nella storia di Francia ad ottenerli.
La metodologia di lavoro di Claude Bernard si basò su di una rigorosa applicazione della vivisezione e della sperimentazione animale, nonostante le proteste della moglie che disapprovava il dolore inflitto agli animali da esperimento da parte del marito. Di queste tecniche egli redasse protocolli minuziosi, che impedissero ogni forma di arbitrarietà e consentissero di studiare i fenomeni della fisiologia con una riproducibilità affidabile. Bernard elaborò l’idea di ambiente interno biologico, sostenendo come la stabilità dei parametri fisiologici fosse la condizione indispensabile perché un organismo potesse avere una vita indipendente. Questo convincimento supponeva che le variazioni esterne, cui il corpo umano andava incontro, fossero continuamente compensate ed equilibrate da meccanismi di omeostasi e di regolazione. La nozione di ambiente interno andava quindi di pari passo con l’idea di una capacità di regolazione e di autocontrollo di cui erano capaci gli esseri viventi. L’ambiente interno di Bernard non era dotato di una modalità di comunicazione tra gli organi e nessuno studioso poteva allora concepire che tramite il sangue si potessero scambiare delle informazioni tra le cellule. La scoperta di specifici ormoni e messaggeri era infatti ancora di là da venire. Eppure lo stesso Bernard, attraverso gli studi sulle funzioni del fegato e del pancreas da lui compiuti sui cani di Parigi, che vivisezionava con fervore, introdusse l’idea di secrezione interna, ovvero l’ipotesi di una sostanza prodotta da un organo che invece di scorrere all’esterno finisse direttamente nel sangue. Si trattava di una definizione molto simile a quella degli ormoni quali oggi li intendiamo. Attraverso anni di duro lavoro sul campo, Claude Bernard sviluppò lo schema teorico che partiva dall’osservazione, per giungere all’elaborazione di un’ipotesi ed alla conferma o meno della valutazione sperimentale.
Questa metodologia scientifica gli permise di far progredire le conoscenze mediche nel campo della neurologia e dello studio dei processi digestivi dell’organismo, descrivendo il ruolo del pancreas e del sistema simpatico. La medicina che usciva dall’insegnamento di Claude Bernard era una medicina sperimentale, fondata sulla ripetitività e la riproducibilità dell’esperimento. Le idee del positivismo vennero applicate con lucidità al processo dell’indagine biologica. La metodologia dell’indagine scientifica con Claude Bernard si indirizzò alla ricerca dei fatti separati da ogni loro interpretazione, risultando il versante biologico e medico dell’ideologia di Auguste Comte, il filosofo che aveva predicato l’abbandono di ogni tentativo di spiegazione del significato epistemico e assoluto nello studio della realtà.
Seguendo l’insegnamento di Comte, Bernard affermò che era necessario rinunciare all’indagine sui principi primi dei fenomeni naturali, che gli appariva estranea agli scopi della scienza. Questi principi resteranno sempre inconoscibili per gli esseri umani. Occorreva invece impiegare le energie e le risorse per tendere alla comprensione dei rapporti tra i vari fenomeni, in una modalità riproducibile e quindi scientifica. Sarebbe stato indispensabile scoprire una relazione numerica tra una causa ed il suo effetto, l’unica che avrebbe permesso di predire le modificazioni di un evento naturale in qualsiasi circostanza. Un dato che andasse oltre le semplici regole della statistica, per comprendere l’attendibilità della cognizione appresa dall’esperimento. Non dovevano essere sprecate eccessive energie per giungere ad una conoscenza statisticamente perfetta. Occorreva invece trovare delle leggi e dei principi che spiegassero i fenomeni. Si sarebbe trattato di una comprensione relativa, ma funzionale ed utile al benessere collettivo. Era solo questione di tempo, di energie e di mezzi impiegati, ma una soluzione sarebbe stata trovata per ogni tipo di interrogativo posto alla natura.