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Associazione fra aterosclerosi e neoaterosclerosi?… Forse no!

A cura di Marta F. Brancati

Gomez-Lara J, Paoletti G, Brugaletta S, et al. Association between coronary atherosclerosis progression and in-stent neoatherosclerosis in patients with ST-elevation myocardial infarction at 5-years follow-up. EuroIntervention 2017 doi: 10.4244/EIJ-D-17-00255.

L’aterosclerosi coronarica può essere un predittore di neoaterosclerosi in stent, ovvero della formazione di tessuto aterosclerotico all’interno di uno stent?

In questo studio, sono stati inclusi 62 pazienti con STEMI (sottogruppo della popolazione del trial EXAMINATION), sottoposti a valutazione con OCT intracoronarica dopo 5 anni dall’evento.

La neoaterosclerosi è stata osservata nel 21% dei pazienti, mentre la progressione di malattia nel 17.7%. La neoaterosclerosi è risultata associata all’impianto di più stent, almeno 2 (53.8% vs 20.4%; p=0.02). La progressione, invece, è risultata associata ai livelli di colesterolo LDL (108.3±27.1 vs. 86.3±27.6 mg/dl; p=0.02).

L’analisi multivariata ha confermato che la neoaterosclerosi era associata alla lunghezza degli stent, mentre la progressione di malattia al colesterolo LDL.

Il messaggio, seppur il campione sia limitato, è interessante, suggerisce che, mentre l’aterosclerosi è legata ai noti fattori di rischio cardiovascolare, la neoaterosclerosi in stent è di fatto una “malattia” dello stent, non legata ai fattori di rischio, non in relazione con la progressione di malattia nei segmenti non trattati, ma associata, verosimilmente, alle caratteristiche dello stent impiantato e al tipo di procedura.

Marta F. Brancati
Marta F. Brancati
Dirigente medico di I livello, UO Emodinamica, Ospedale degli Infermi, ASL BI - Biella

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