due distanze, un addio
25 Settembre 2016Perugia – 23° corso di aggiornamento in Medicina Vascolare
30 Settembre 2016Vesalio era belga, nato a Bruxelles da una famiglia ricca e nobile. Laureatosi in medicina giovanissimo a Lovanio, venne in Italia a studiare ed a perfezionarsi sia a Bologna che a Padova. Il suo campo d’indagine fu l’anatomia, una disciplina che risultava abbandonata da secoli, per l’idea aristotelica che ciò che fosse osservabile negli animali potesse tranquillamente essere applicabile anche agli uomini e per l’enorme mole delle osservazioni compiute da Galeno, effettuate attraverso la vivisezione di cani e di maiali e non con l’esame autoptico di esseri umani.
Le lezioni di anatomia nelle università del tempo erano condotte da un magister, che dalla sua cattedra e con il testo di Galeno davanti agli occhi dava disposizioni ad inservienti, il più delle volte erano barbieri o cerusici, perché sezionassero il cadavere di uomo o animale che fosse. Non era possibile dissentire dall’interpretazione galenica, stratificata e codificata da oltre milletrecento anni di consuetudine. Vesalio rivoluzionò questo mondo e questo modo di fare e insegnare la medicina. Scese dalla cattedra ed iniziò a sezionare personalmente i cadaveri. Solo cadaveri umani, che si faceva procacciare in grande quantità. Il risultato di questo lavoro, durato alcuni anni e condotto con l’energia che la giovane età del suo artefice poteva suggerire, fu un testo pubblicato a Basilea nel 1543, il De humani corporis fabrica. Il trattato di Vesalio, in sette libri ed arricchito in modo superbo da oltre trecento illustrazioni dell’incisore fiammingo Jan Stephan van Kalcar, allievo di Tiziano, rivoluzionava in modo radicale la visione dell’anatomia che l’Antichità classica aveva tramandato.
Vesalio riuscì da solo a scoprire ben duecento diversi errori commessi da Galeno, alcuni veramente grotteschi ed incredibili per il medico moderno, come la presenza nell’utero di un setto divisorio. L’effetto di tale pubblicazione, che usciva nello stesso anno di un altro testo fondamen tale per la scienza, il De revolutionibus orbium coelestium di Nicolò Copernico (Norimberga, 1543), in cui si poneva il Sole come centro del Sistema solare al posto della Terra, fu eclatante. Procurò al suo autore l’incarico ambitissimo di medico di corte dell’imperatore Carlo V, l’uomo più potente del tempo, nato a Gand ed originario anch’egli del Belgio.
Alla corte di Madrid l’attività di studioso e di settore di Vesalio subì delle limitazioni. Non erano più presenti il clima liberale dell’università di Padova, né la legislazione particolarmente favorevole della Repubblica di Venezia, che permetteva le dissezioni anatomiche e l’approvvigionamento di cadaveri con relativa facilità. L’invidia dei cortigiani e dei colleghi lo costrinse a ridimensionare l’attività di studio sul campo dell’anatomia. Stanco di invidie e di intrighi di corte Vesalio partì per la Terra Santa, un viaggio molto rischioso. Al ritorno dal pellegrinaggio trovò la morte a Zante nel 1564.
L’importanza del pensiero di Vesalio risiede nel suo essere disceso dalla cattedra del maestro e nell’aver messo in risalto la necessità di coniugare la teoria con la dimostrazione concreta di quanto era stato osservato. Nell’avere affermato che solo ciò che era stato provato attraverso l’osservazione diretta poteva divenire oggetto di studio e d’insegnamento. Autorevoli docenti del tempo tentarono in tutti i modi di ostacolarlo. I cambiamenti nello studio del corpo umano furono in ogni caso lenti, tanto che il primo teatro anatomico vero e proprio fu inaugurato a Padova solo nel 1594. Tuttavia problemi come la conoscenza certa del rapporto tra un organo e la sua funzione e tra una malattia e le modificazioni che questa poteva indurre cominciarono a prendere forma nel modo in cui oggi li intendiamo.