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16 Marzo 2016A cura di Ivana Pariggiano
Efficacy and Safety of Alirocumab in Reducing Lipids and Cardiovascular Events
Jennifer G. Robinson, M.D., M.P.H., Michel Farnier, M.D., Ph.D., Michel Krempf, M.D., Jean Bergeron, M.D., Gérald Luc, M.D., Maurizio Averna, M.D., Erik S. Stroes, M.D., Ph.D., Gisle Langslet, M.D., Frederick J. Raal, M.D., Ph.D., Mahfouz El Shahawy, M.D., Michael J. Koren, M.D., Norman E. Lepor, M.D., Christelle Lorenzato, M.Sc., Robert Pordy, M.D., Umesh Chaudhari, M.D., and John J.P. Kastelein, M.D., Ph.D. for the ODYSSEY LONG TERM Investigators
N Engl J Med 2015; 372:1489-1499April 16, 2015DOI: 10.1056/NEJMoa1501031
Come dimostrato in numerosi ed estesi studi clinici, l’aumento del rischio cardiovascolare è proporzionale all’aumento dei valori di LDL nel sangue. Negli ultimi anni si è quindi intensificata la ricerca su potenziali nuovi farmaci per la cura dell’ipercolesterolemia. Tra questi, una nuova promettente classe di farmaci ipolipemizzanti è rappresentata dagli inibitori della PCSK9. Tale proteina (ovvero plasma proprotein convertasi subtilisina / Kexin tipo 9) è un bersaglio farmacologico di potenziale utilità per la riduzione del colesterolo, in quanto interagisce con il recettore LDL favorendone la precoce degradazione e impedendone il riciclo.
L’Arilocumab è anticorpo monoclonale umanizzato che, bloccando l’attività della PCSK9, consente un’aumentata presenza di recettori per le LDL sugli epatociti e quindi una maggiore clearance di LDL dal torrente ematico. Già dal 2012 molteplici studi hanno cominciato a evidenziare le potenzialità di Alirocumab nel ridurre marcatamente i livelli di C-LDL con un ottimo profilo di sicurezza. Più recentemente sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine i risultati dello studio ODYSSEY LONG TERM: un trial randomizzato multicentrico che ha valutato l’efficacia e la sicurezza dell’Alirocumab su 2341 pazienti con ipercolesterolemia e rischio cardiovascolare alto o molto alto, già in terapia con statine alla dose massima tollerata, per un periodo di 78 settimane di trattamento. La popolazione oggetto di studio risultava eterogenea, includendo sia pazienti con ipercolesterolemia familiare eterozigote HeFH (documentata geneticamente o definita da criteri clinici) che con malattia coronarica o vascolare nota (stroke ischemico, arteriopatia periferica, diabete mellito con almeno 2 ulteriori fattori di rischio cardiovascolari). I pazienti randomizzati al braccio attivo di trattamento ricevevano Alirocumab 150 mg,con iniezione sottocute ogni due settimane.
Dopo il completamento delle prime 24 settimane di follow-up è stata evidenziata una riduzione percentuale ulteriore del 61% della colesterolemia LDL nel braccio alirocumab rispetto al placebo, con persistenza del beneficio anche dopo 78 settimane di terapia. Gli eventi avversi (EA) si sono verificati nell’81% dei pazienti trattati con Alirocumab e nell’83% dei pazienti con placebo. Gli eventi avversi rilevati erano simili tra i due, con una maggiore incidenza, nel gruppo trattato con Alirocumab, di reazioni avverse nel sito di iniezione del trattamento (5,9% Alirocumab nel gruppo e 4,2% nel gruppo placebo), la mialgia (5,4% Alirocumab e 2,9% placebo), le manifestazioni neurocognitive (1,2% Alirocumab e 0,5% placebo) ed eventi oftalmologici (2,9% Alirocumab e 1,9 % placebo).
Un dato particolarmente interessante è emerso dall’analisi post hoc, in cui si è valutata la frequenza di aventi cardiovascolari (CV) quali la morte coronarica, l’infarto del miocardio, l’ictus e l’angina instabile richiedente ospedalizzazione, ed è stato registrato un tasso inferiore di tali eventi avversi cardiaci nel gruppo di pazienti trattati con Alirocumab rispetto al gruppo placebo. Sebbene questi dati risultino incoraggianti, lo studio non era disegnato allo scopo di valutare la riduzione degli eventi cardiovascolari; il numero di eventi cardiovascolari osservati nell’analisi post hoc è stato relativamente piccolo.
Sono attesi nuovi risultati in merito dall’ODYSSEY OUTCOMES (il trial più rilevante dell’intero programma ODYSSEY, tuttora in corso) che valuterà gli effetti di Alirocumab sugli eventi cardiovascolari in una coorte di 18.000 pazienti seguiti per oltre 5 anni.