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«Alert» su terapia antiaggregante e rischio di cancro

A cura di Marta F. Brancati

Serebruany VL, Cherepanov V, Cabrera-Fuentes HA, Kim MH. Solid cancers after antiplatelet therapy: confirmations, controversies, and challenges. Thromb Haemost 2015;114:1104-1112.

Questo articolo commenta i dati emergenti riguardo un possibile aumento del rischio di cancro nei pazienti che assumono farmaci antipiastrinici. Il prasugrel nel TRITON e il vorapaxar nel TRACER sono stati associati a un eccesso di incidenza di tumori solidi. Ci sono evidenze simili anche per il clopidogrel ed il prasugrel nel trial DAPT, nonché per il ticagrelor nel PLATO e nel PEGASUS. Gli autori propongono alcuni potenziali meccanismi responsabili dell’associazione.

Brancati Antiaggreganti cancro F1

Si tratterebbe di un effetto di classe, e non farmaco-specifico, che emergerebbe in caso di regimi antipiastrinici «moderati» o «aggressivi», magari proseguiti per molto tempo. Si tratta di dati «estrapolati» e dunque discutibili; l’aspirina è risultata protettiva per i tumori del tratto gastroenterico, e questo non soltanto perché favorisce il sanguinamento e quindi la slatentizzazione del tumore. Tuttavia, come il prof. De Caterina sottolinea nel suo commento all’articolo (pubblicato sullo stesso giornale), una riflessione più attenta è dovuta, poiché spesso «less is more». Nella scelta relativa a una terapia antiaggregante aggressiva e alla sua durata, così come in altri casi, probabilmente è il beneficio clinico netto l’unico, vero, importante endpoint.

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Marta F. Brancati
Marta F. Brancati
Dirigente medico di I livello, UO Emodinamica, Ospedale degli Infermi, ASL BI - Biella

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